Sarebbero stati alcuni familiari di due donne uccise dai raid israeliani ad aggredire a Jiyeh, in Libano la troupe del Tg3 composta dall’inviata Lucia Goracci e dal cameraman Marco Nicois, accompagnati dalla fixer Kinda Mahaluf e dall’autista Ahmad Akil Hamzeh, quest’ultimo colto da infarto e deceduto mentre cercava di calmare uno degli aggressori, nonostante i tentativi di rianimarlo con il massaggio cardiaco. Il fixer aveva segnalato a Hezbollah la presenza dei giornalisti.
“Questa mattina i nostri colleghi, con la fixer e l’autista, erano andati a Sidone, per documentare, con tutti i permessi necessari, il luogo di un bombardamento di due giorni fa, nel mezzo di un’ allerta diramata dagli israeliani che chiede ai civili di allontanarsi dalle coste”, ha raccontato l’inviata Rai in Libano Stefania Zane. “I familiari di due donne uccise – ha proseguito Zane – li hanno aggrediti. Uno di loro li ha inseguiti fino all’autostrada, Ahmad ha cercato di sedare questa lite mentre l’uomo tentava di prendere la telecamera all’operatore. Purtroppo un infarto lo ha stroncato sul colpo”.
“Un uomo gentile e riguardoso – lo ha definito – che ci aveva accompagnato in tante trasferte. Lucia Goracci ne ha ricordato commossa la “profondità e grande dolcezza”, mentre la Rai ha espresso vicinanza e sostegno alla sua famiglia.
Nell’esprimere “la condanna e lo sdegno” per l’aggressione, la Rai esprime “vicinanza e sostegno alla famiglia di Ahmad Akil Hamzeh e conferma di aver messo in atto tutte le misure di sicurezza per la nostra giornalista Lucia Goracci impegnata con la sua troupe in uno straordinario lavoro di documentazione della guerra in corso”.